Il 9 Novembre del 1989 cadeva il Muro di Berlino, e la Storia cambiava per sempre. Trent’anni dopo, il massimo Simbolo della Guerra Fredda è ancora vivo nella nostra memoria, ma sopravvive anche fisicamente al tempo che passa. Difatti, molte delle lastre o dei frammenti che lo componevano vengono conservate pubblicamente, e sono diventate icone ubique della pop art.
Molti pezzi (quelli piccoli) sono tuttora in vendita a Berlino, mentre le grandi lastre e alcuni segmenti recuperati dopo la demolizione sono stati invece donati a diversi Paesi del mondo che hanno deciso di esporli al pubblico proprio con l’obiettivo di non dimenticare.
Ecco una lista non esaustiva e volutamente disordinata.
A Bruxelles c’è una sezione di muro, con un graffito dedicato a John Fitzgerald Kennedy, davanti alla Commissione Europea.
A New York più pezzi, tra cui uno nel giardino delle Nazioni Unite, e un’altra dipinta dall’artista francese Thierry Noir.
A Parigi si ammirano parti del muro nel quartiere della Defense, oppure fuori dalla stazione della metropolitana Porte de Versailles.
Tra sacro e profano: a Las Vegas i pezzi del muro sono stati utilizzati alla base di alcuni bagni e orinatoi del Main Street Station Casino. A Fatima in Portogallo, invece, la lastra di Berlino è esposta e protetta da un vetro illuminato ed accompagnata da didascalie per raccontarne la storia.
I cimeli della grande barriera che fu sono davvero tantissimi, da Tallinn in Estonia a Giacarta in Indonesia, da quello colorato di Seul in Corea ai resti esposti a Toronto in Canada, a Yokohama in Giappone, a Città del Messico, oppure in Costa Rica.