Il Cristo Velato è una delle maggiori opere dello sterminato patrimonio artistico offerto dalla città di Napoli, ed è tutt’oggi oggetto di pellegrinaggio da parte di turisti provenienti da tutto il mondo.
In questo articolo vogliamo darvi alcune informazioni essenziali e pratiche per goderne appieno della sua magnificenza.
Clicca qui per le migliori offerte di Hotel e B&B in zona!
Cristo Velato: storia e origini
L’opera venne commissionata da Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, e inizialmente doveva essere realizzata da Antonio Corradini, già autore di altre opere per la famiglia. Purtroppo, Corradini morì prima di completare null’altro che alcuni bozzetti, pertanto l’incarico passò al giovane Giuseppe Sanmartino, che la completò nel 1753.
La grandezza di Sanmartino fu duplice: da un lato la sensibilità artistica nel rendere la drammaticità del momento trasmettendo la sofferenza che il Cristo ha provato, attraverso la composizione del velo, dal quale si intravedono i segni sul viso e sul corpo del martirio subito; dall’altro l’incredibile perizia tecnica nel trattare la lastra di marmo e utilizzarla sia per la figura del figlio di Dio, sia per la realizzazione del velo.
Da secoli gira infatti la cosiddetta “Leggenda del Velo”, per cui viaggiatori, turisti e perfino alcuni studiosi, increduli dinanzi alla trasparenza del sudario, lo hanno erroneamente ritenuto frutto di un processo alchemico di “marmorizzazione” compiuto dal principe di Sansevero.
Lo stesso Antonio Canova rese omaggio al “collega” cercando varie volte di acquistare la scultura, e dichiarandosi disposto a donare dieci anni della sua vita per poterne vantare la paternità.
Cristo Velato: dove si trova
Prenota un hotel vicino al Cristo Velato
L’opera è conservata all’interno della Cappella Sansevero (via Francesco De Sanctis 19/21), una cappella funeraria della famiglia mutuata in Museo e situata nel cuore del centro storico della città partenopea, alle spalle di piazza San Domenico Maggiore e nei pressi di San Gregorio Armeno.
Come arrivare
Vi consigliamo di spostarvi con i mezzi pubblici: potete prendere le linee 1 e 2 delle Metropolitane di Napoli e scendere rispettivamente alla fermata Università o Museo e a quella di piazza Cavour. In ogni caso, è previsto anche un percorso aggiuntivo a piedi di circa 10 minuti.
Cristo Velato: orari e costi
E’ possibile visitare il Museo tutti i giorni dalle 09:30 alle 19, nei mesi estivi anche il sabato dalle 9 alle 20.30. L’ultimo ingresso è consentito fino a 30 minuti dalla chiusura. Resta chiuso il martedì.
Per quanto riguarda il prezzo, invece, il biglietto ordinario costa 7 euro, i ragazzi dai 10 ai 25 anni compiuti pagano 5 euro, così come i possessori di Artecard, e le scuole 3 euro. I minori di 10 anni entrano gratis. L’audioguida costa 3 euro. Vi consigliamo di prenotarvi in anticipo per evitare le code: acquistando questo pacchetto, per esempio, potrete fare anche un tour guidato di Napoli e scoprire altri segreti del Cristo Velato e della Cappella Sansevero.
Cappella Sansevero: cos’altro vedere
Con lo stesso biglietto potete ovviamente visitare tutto il Museo Cappella Sansevero, cosa che vi consigliamo di fare. Non esiste solo il Cristo Velato, ma tante altre opere realizzate dai migliori artisti dell’epoca. Le statue e gli affreschi che adornano la Cappella sono di una bellezza sorprendente!
Ecco alcune chicche:
- Tomba di Raimondo Di Sangro: sul mausoleo sono molto evidenti i simboli che celebrano le glorie del Principe nell’ambito scientifico – letterario e militare.
- Tomba di Cecco di Sangro: una delle opere più singolari, la statua si trova al di sopra dell’ingresso e descrive un fatto realmente accaduto: durante una campagna nelle Fiandre, Cecco rimase chiuso due giorni in una cassa e grazie a questo stratagemma riuscì ad entrare nella rocca di Amiens e prendere di sorpresa i suoi nemici.
- Statua “Pudicizia velata”: dedicata a Cecilia Gaetani d’Aragona, madre di Raimondo Di Sangro, venuta a mancare a soli 23 anni, raffigura una donna totalmente avvolta da un velo che aderisce al suo corpo, accompagnandone le forme. La donna si regge ad una lapide spezzata, che è il simbolo della giovane età nel momento della sua morte.
- Statua “Disinganno”: è invece dedicata al padre di Raimondo, Antonio Di Sangro, e raffigura un uomo che tenta di sfuggire ad una rete per andare incontro alla fede, simboleggiata da un angelo alato che gli presta aiuto. Il riferimento è alla biografia dell’uomo che, dopo una vita dissoluta e depravata, decise di ritirarsi in convento.